Quando si parla di tradizione, ecco due strade, per ragioni di età e capacità: la strada salutista, che deve dare dei benefici oggettivi psicofisici e scientifici e la strada marziale, che non è per tutti, ma non è cosi difficile come sembra. Il neijia sanshou è un’adattamento vivo e maturo, senza trascurare le basi e i princìpi.
E’ un livello avanzato del Taiji Quan tradizionale; è rivolto a chi vuole approfondirne gli aspetti marziali e combattivi. Prevede una preparazione e condizionamento fisico adeguati, attraverso esercizi specifici, la pratica in coppia e le applicazioni, semi-sparring (con protezioni), fino ad arrivare gradualmente al combattimento libero tradizionale (San Shou).
Questo è il training di combattimento degli stili interni di Kung Fu! Questo è il lavoro, dove mettere in gioco sensi, tempo, distanza, ritmo, adattabilità, percezione, sollecitazioni in tutte le condizioni. Le tecniche da sole non servono a niente, se non vengono sperimentate e verificate, poiché lo stress deriva dalla distorsione della percezione, che va amplificata e integrata. Essa cercherà sempre stimoli nuovi per potersi arricchire e nutrirsi come un’animale che incarna il proprio istinto, e realizza la propria natura, questo è il guerriero. Il guerriero è quello che fa della sperimentazione dei propri limiti la Via, al servizio degli altri e della Via stessa. La cosa che è disposto a donare è ciò che è più nobile, la vita, e quando non è protettore, diventa laboratorio.
Andare in palestra, non è essere guerrieri, essere devoti a un maestro non è essere guerrieri, insegnare con onestà non è essere guerrieri, praticare di per sé non è essere guerrieri. Il guerriero = gongfu = neijiaquan = dao degli stili interni = realizzazione daoista o buddista.