
Dove nacque
In Cina la pratica del Taijiquan come altre pratiche marziali del Kungfu o il Neijia Kungfu (stili interni), nasce nelle campagne in zone rurali o negli ampi spazzi di palazzo, nei parchi cittadini, in spazi aperti all’aria, in un ambiente tranquillo immerso nella natura, che essi sia composto da prati, campagna brulla, in riva al mare, sulle sponde di un fiume o in montagna: l’importante che ci sia uno spiazzo piano, nel quale potersi muovere.
Oggigiorno
Attualmente i praticanti preferiscono situazioni più confortevoli, anche per far fronte agli eventi atmosferici, per cui la pratica si è spostata in edifici chiusi, grandi stanze, palestre o palazzetti.
Tuttavia quando è possibile, sia nelle grandi città, che nei paesi di provincia, la pratica all’aperto in contatto con la natura è altamente preferibile.
Perché?
La sottile influenza energetica tra il praticante e gli elementi naturali, quali:
- l’aria (vento)
- il sole (fuoco),
- gli alberi (legno)
- l’umidità o la pioggia (acqua)
- le campagne o i prati (terra)
Vengono percepiti attraverso la comprensione che l’essere umano è parte del tutto, quello che è al di fuori di sé stessi (macrocosmo) e dentro (microcosmo) e che attraverso la pratica si fondono e si integrano l’un altro.
Per un uomo ordinario, il corpo a volte è un impaccio, mentre per un praticante sincero può essere una forza motrice per uno slancio spirituale.
La pratica
Cogliere i mutamenti naturali delle forze che ciclicamente si alternano come il giorno e la notte sono momenti particolari propizi per praticare. Attraverso il contatto con la natura, a un allenamento assiduo associato a una pratica rigorosa, si riesce a liberarsi per agire in spontaneità.
Quando?
Ad esempio al sorgere o al calare del sole, rivolti a Nord o a Est, di fronte al mare o dandogli la schiena, nei pressi di un corso d’acqua, nei pressi di un grande albero o con la luna piena, evitando eventi atmosferici forti , come un temporale, un vento forte, una pioggia insistente e altre manifestazioni della forza della natura.
tutte queste trasformazioni naturali interagiscono con la continua alternanza dei gesti di un praticante di Taijiquan, interagendo a livello energetico, eseguendoli si realizzano esteriormente dei movimenti, i quali esprimono il valore e il significato del lavoro svolto (gungfu interno).
Come
Nell’impossibilità di praticare all’aperto, e privi di un giardino o terrazzo, per la pratica domestica è consigliabile dedicare uno spazio e utilizzare sempre quello. Tranquillo, pulito, sereno e non rumoroso, lontano da apparecchiature elettroniche, o altri disturbi che alterino i campi energetici.
La stanza dev’essere possibilmente arieggiata e la pratica dev’essere fatta utilizzando abiti comodi in fibre naturali e con colori sobri. Nelle scuole di usualmente si usano il bianco o il nero, oppure colori con simili ai quelli della terra; tuttavia non è “l’abito che fa il praticante”, ma la sua sincerità e umiltà nell’impegnarsi nella pratica.
A tutti un augurio di gioiosa pratica Mario Antoldi