
Il Taiji quan è disciplina marziale e arte di combattimento, di stile interno, parte integrante del patrimonio culturale e filosofico del pensiero cinese
Lo sviluppo storico del Taijiquan è avvenuto, da Zhang Sanfeng (1115-1234, secondo altri 1391-1459 eremita dei tre pichi, gli viene attribuito una lotta che in seguito verrà chiamato Taijiquan ) a oggi, quando dei metodi di combattimento vennero definiti con questo termine, il Taijiquan Wudang, il Taijiquan dello stile Chen e il Taijiquan dello stile Yang.
Scopo del Taijiquan Wudang è elevarsi e fondersi col cosmo, all’epoca del Taijiquan stile Chen, lo scopo primario si è spostato dalla crescita spirituale alla efficacia e perfezione in combattimento e per il Taijiquan stile Yang la dimensione marziale è quasi scomparsa, per permettere una vasta diffusione.
Oggi la maggior parte degli studenti di Taijiquan lo pratica per la salute, a volte ignorando che si tratti di un arte marziale e che rappresenta una Via per la crescita spirituale.
Qualunque sia lo stile di Taijiquan se praticato correttamente, può portare a risultati elevati, mentre senza la comprensione del suo significato può degenerare in un esercizio “fiorito” e non arrecare beneficio alcuno.
La sequenza più conosciuta e largamente praticata del Taijiquan di stile Yang è la forma grande Dajia di Yang Cheng Fu (1883-1936).
Lo stile Yang sviluppatosi dalla forma grande Chen, ha un’andatura più lenta e regolare, ben diversa dallo stile di derivazione, nel quale si alternano velocità a lentezza.
I movimenti Yang sono semplici e diretti, assimilabili all’azione circolare ben diversi dai movimenti spirali, torti e avvolti pertinenti allo stile Chen, in quanto all’uniformità dei movimenti e del respiro, lo stile Yang applica il metodo di affondare il Qi (energia) nel Dan dien (campo del cinabro), per cui le spirali della trasmissione dell’energia restano celate e non visibili.
Il maestro Yang Cheng Fu, nipote di Yang Fukui meglio noto come Yang Luchan (1799-1872) fondatore dello stile, fu uno dei massimi divulgatori in tutta la Cina dello stile Yang, il quale lo ampliò e rese più fluidi i movimenti contenuti nella ” vecchia forma” appresa dal padre allo scopo di favorire l’aspetto salutare e divulgativo.
Il Taijiquan di stile Yang elaborato dal maestro viene chiamato “la grande forma”, sbarazzandosi dei salti, del battere a terra i piedi, dei diretti e di azioni vigorose adatte principalmente al combattimento e a giovani guerrieri.
Gli elementi distintivi dello stile sono: la rilassatezza, l’ampiezza delle posizioni, semplicità e struttura precisa, allineamento corporeo centrato, nessuna pendenza del tronco né avanti né indietro, movimento armonico, morbidezza e durezza coesistenti, accumulo e rilascio operando uno scioglimento e apertura delle articolazioni, le posture alte, medie, basse dei movimenti confacenti alle caratteristiche di età, sesso, conformazione fisica.
Cosi questo stile è da considerarsi ottimo per la profilassi igienica e per il trattamento di alcune malattie, sia per la crescita della forza nella sua globalità (fisica che interna).
Le posture espanse e aperte, lievi o pesanti, centrate e allineate, piene, vigorose contribuiscono alla personale espressione del praticante.
Il Taijiquan è l’arte del “morbido contenente il duro, dell’ago celato nel cotone”, è cosi pregno di contenuti filosofici che ne influenzano la tecnica, la fisiologia e la meccanica costringendo coloro che vogliono esplorarlo a passare delle tappe disciplinari e temporali.
All’inizio dello studio del Taijiquan bisogna apprendere la sequenza, cioè ciascuna postura, concentrandosi sugli aspetti esterno-interno, alto-basso, avanti-dietro, sinistra-destra, prediligendo l’intenzione mentale alla forza fisica, affondando il qi nel Dandien.
Durante l’esecuzione dei movimenti le articolazioni dovranno essere rilassate e aperte, evitare di ostacolare il qi, e l’accumulo di forza negli arti e nella vita, evitare di far ciondolare il capo, con naturalezza inspirare dal naso espirare dalla bocca socchiusa. La colonna vertebrale allineata verticalmente al coccige, il petto svuotato, le spalle cadenti i gomiti piegati in giù, la mani estese con le dita leggermente piegate, distinguere il pieno dal vuoto nelle gambe e la relazione con gli arti superiori, mantenere un rilassamento globale sung.
Le raccomandazioni che da una ventina di anni ricevo dai maestri Yang Linsheng e Liu Chun Yan (allieva diretta del maestro Yang Zhenduo 1926-2020 terzo figlio di Yang Cheng Fu) nel praticare il Taijiquan di stile Yang sono rivolte alla precisione delle posizioni, alla ampiezza dei movimenti, alla pulizia del gesto, alla continuità del movimento senza interruzioni, una pienezza Pang diffusa in tutto il corpo, una mente tranquilla, ad una intenzione Yi precisa.
Il percorso nelle arti marziali interne è rivolto a coloro che attraverso un addestramento corretto trovano equilibrio e una stabilità dello spirito, che ricercano la comprensione e realizzazione del “mandato Celeste” la Via (Dao).
Intraprendendo una pratica di incessante purificazione, sostenuta da nobile motivazione, il successo giungerà.
Yang Cheng Fu disse una volta “….l’arte del taijiquan consiste nel morbido contenente il duro, nel cotone celante un ago di acciaio. Le posture appaiono centrate, rette, tonde e piene, posate e tranquille, i movimenti alacri, leggeri e curvi, un agire semplicemente mirabile.”
Mario Antoldi